TESI DI LAUREA
di Giuseppe Giompapa
Relatore: Prof. Francesco Zurlo
Abstract
La musica è la seconda lingua che ogni nazione parla, si tratta di un medium espressivo universale ed estremamente democratico, tutti possiamo comprenderla e identificarci in essa, è infatti possibile risalire alla cultura di un popolo, senza conoscerne il linguaggio, ma, semplicemente ascoltandone la musica. Alla luce di questo, una corretta educazione musicale fin dalla tenera età, ascoltare musica e soprattutto FARE MUSICA, è un diritto che appartiene ad ogni essere umano, proprio perchè attraverso di essa possiamo comunicare ed esprimere la nostra identità, la nostra cultura. La seguente tesi ha indagato la musica in tutti suoi aspetti e sfaccettature, per poi sfociare progettualmente in Musico, un gioco didattico educativo, finalizzato all’apprendimento informale della musica da parte dei bambini di età compresa fra i 3 e i 9 anni. La tesi è essenzialmente divisa in 2 blocchi, la prima parte analizza e approfondisce gli elementi chiave della musica, le pratiche di insegnamento tradizionali e sperimentali, la percezione del suono e la visalizzazione musicale. La seconda parte descrive nel dettaglio il progetto Musico, i contesti di utilizzo, le finalità didattiche e il funzionamento, contiene anche un breve reportage fotografico del piccolo Filippo a lezione di Musico. Il primo capitolo è incentrato sull’evoluzione delle pratiche didattiche musicali nel tempo, considerando l’influenza di altre discpline, quali la sociologia, la pedagogia, lo studio delle scienze cognitive e percettive e in che modo esse hanno cambiato l’insegnamento della musica e delle pratiche artistiche nel corso degli anni. Si passa poi alla definizione di musica come linguaggio, indagandone la sua dimensione democratica ed universale, le analogie e le divergenze rispetto al linguaggio verbale. Altri temi toccati in questo capitolo sono il rapporto fra musica e intelligenza e l’importanza della costruzione di un’ identità espressiva autonoma. Il secondo capitolo prende in rassegna i metodi didattici sperimentali per l’insegnamento della musica, dalla cultura orientale e il metodo del maestro Suzuki, alla Gordon audiation, dall’ educazione al ritmo di Dalcroze, al metodo YAMAHA.
Il terzo capitolo mette in luce l’importanza dell’ attività ludica e delle pratiche legate al gioco nell’ educazione in generale, e nello specifico gli aspetti comuni fra gioco e musica, i vantaggi e i benefici di una didattica slegata dai limiti della tradizione, che utlizzi il gioco come collante formativo. Dopo una breve parentesi sugli aspetti scientifici e fisici del suono, e come questi influiscono sulla percezione dell’evento sonoro, il sesto capitolo indaga le corrispondenze fra i suoni e i colori, dal punto di vista scientifico, teorico e artistico. Una accurata ricerca sui codici di rappresentazione visiva della musica nel corso degli anni, e lo studio delle percezioni sinestetiche inter-soggettive che ne scaturiscono, sono stati la base teorica per la scelta del codice cromatico utilizzato nel progetto.
Musico è un gioco didattico educativo finalizzato a un primo approccio informale alla musica da parte dei bambini dai 3 ai 9 anni di età, proprio in questi anni, il gioco diviene un’ attività essenziale per una corretta crescita. L’ obiettivo è stato di fondere in un unico dispositivo, gli elementi cardine dei metodi didattici sperimentali trattati in questa tesi, considerandone le peculiarità e gli aspetti comuni. La forma del prodotto si ispira al classico giradischi, con la differenza sostanziale che, la rotazione del disco viene effettuata manualmente. Tale scelta è motivata dalla ricerca di un gesto semplice e intuitivo che il bambino potesse compiere senza nessuna difficoltà e soprattutto senza necessariamente acquisire particolari abilità tecnico-motorie che, caratterizzano viceversa lo studio degli strumenti musicali tradizionali. Il gesto in questione consiste nel ruotare il disco di Musico in una sorta di centrifuga della musica. Essenzialmente si tratta di uno strumento didattico che, non ha la pretesa e la presunzione di insegnare la teoria e la pratica musicale in modo completo e dettagliato, si pone come “ facilitatore” dell’ apprendimento musicale, un medium fra tradizione e innovazione che consente al bambino di assorbire in modo divertente e del tutto informale, attraverso il gioco, gli elementi essenziali che costituiscono la musica: Il tempo, il ritmo, la melodia.
Fonte:
https://www.politesi.polimi.it/bitstream/10589/117348/3/2015_12_Giompapa.pdf