Il senso del ritmo è strettamente connesso alla comprensione della lingua parlata. Lo dimostra uno studio che fa intravedere nuove strade d’intervento terapeutico per persone con difficoltà di lettura.

Un addestramento di tipo musicale, con particolare attenzione per la componente ritmica, potrebbe aiutare a rendere più solide le associazioni suono-significato che sono essenziali per l’apprendimento del linguaggio. Lo dimostra uno studio apparso sul “Journal of Neuroscience” e firmato da un gruppo di ricercatori della Northwestern University guidati da Nina Kraus, direttrice del Laboratorio di neuroscienze uditive, in base a una serie di test su un centinaio di studenti di scuola superiore. In particolare, lo studio dimostra per la prima volta l’esistenza di un collegamento neurobiologico tra la capacità di tenere il ritmo e quella di codificare i suoni della lingua parlata, con significative ricadute, per quanto è possibile prevedere, sulle capacità di lettura.

In un primo test, ai ragazzi veniva richiesto di seguire il ritmo di un metronomo picchiettando con le dita su una superficie, sotto alla quale erano posti dei sensori che permettevano di misurare la precisione del battito. Nel secondo test, sugli stessi studenti veniva effettuato un elettroencefalogramma in grado di mostrare la coerenza delle loro risposte cerebrali mentre udivano una sillaba ripetuta più volte. Dal confronto dei dati registrati, è emerso che coloro che dimostravano le migliori capacità di mantenere il ritmo erano anche quelli che mostravano le risposte cerebrali più coerenti  nella pronuncia delle sillabe. “Questa correlazione ha una precisa base neurobiologica”, spiega Kraus. “Le onde cerebrali che misuriamo con l’elettroencefalogramma hanno origine da un centro cerebrale di elaborazione delle informazioni uditive con connessioni reciproche con i centri motori. Quindi un’attività che richiede la coordinazione dell’udito e del movimento, probabilmente, è collegata a una solida e accurata comunicazione tra diverse regioni cerebrali”.

L’idea dei ricercatori è che un addestramento di tipo musicale, con una particolare attenzione per la componente ritmica, possa essere di aiuto per rendere più efficiente il sistema uditivo, portando così il soggetto a più solide associazioni suono-significato che sono essenziali per l’apprendimento e le capacità di lettura.

per saperne di più: http://www.lescienze.it/news/2013/09/18/news/musica_ritmo_linguaggio_parlato-1813249/