Le pratiche musicali del Novecento hanno provocato numerosi mutamenti anche nel modo di ascoltare la musica
Le principali modalità di ascolto musicale che meritano un’adeguata considerazione sono: l’ascolto “acusmatico”, disinteressato all’atto di produzione; quello vissuto in solitudine, spesso comunque connesso a processi di ricerca di identità e appartenenza a comunità, le condotte legate alla “perdita dell’aura” descritte da Adorno e Benjamin e i diversi atteggiamenti assunti nel confronto tra la musica dal vivo e quella riprodotta. Anche la tendenza a muoversi, a evocare sensazioni o a ritrovare nella musica alcune caratteristiche che si conoscono sono considerate “condotte musicali di ascolto”, sulla base della teoria elaborata dallo studioso François Delalande.
Possiamo “imparare ad ascoltare” la musica? Certamente, ma cosa significa questo propriamente? è certo importante un’attitudine mentale: mi aspetto qualcosa di esteticamente significativo, vivo una tensione verso che mi predispone ad una ricezione “attiva”. Tuttavia per rispondere adeguatamente è utile fare un passo o due indietro e trasferire il quesito sull’ascolto dei suoni in generale (prima del loro costituirsi linguistico, prima che un’intenzionalità estetica li organizzi in un campo orientato).