Il gioco infantile di Piaget, descrive l’evoluzione graduale del bambino attraverso strategie di azione che partono da quelle senso-motorie, per giungere a piena maturazione attraverso l’uso del pensiero astratto. Le condotte musicali, invece, dimostrano non una gerarchizzazione delle strategie, ma una loro costante interazione e compresenza.
Difatti le medesime condotte sono riscontrabili anche nel compositore adulto. Dalla musica giunge dunque un ribaltamento della teoria secondo cui esiste un uomo superiore, l’uomo della mente, che si è lasciato alle spalle gli stadi precedenti. La teoria che fa del cognitivismo il livello più alto di umanità rispecchia molto da vicino la priorità dell’anima sul corpo che è già in Pitagora e Platone, che non per nulla sono autori che si collocano alle origini stesse del pensiero logico-filosofico. La musicalità, anche ai livelli più alti, continua invece ad essere insieme corpo, emozione, immaginazione e pensiero.
La storia della musica offre una vasta gamma di esempi. Il virtuosismo ha fatto del piacere senso-motorio e della destrezza la propria finalità centrale. L’ascolto, a sua volta, diviene gioco senso-motorio quando si fa danza. Sia nella composizione che nell’interpretazione esecutiva si può invece privilegiare l’evocazione, la metafora, la suggestione, l’espressione di stati d’animo, sentimenti, visioni, come sa realizzare magistralmente la produzione romantica. In questo caso è in atto il gioco simbolico. Quando sono le regole del gioco musicale a prendere il sopravvento negli intenti del compositore, la musica è gioco di regole. Il ‘Clavicembalo ben temperato’ di J. S. Bach e in generale tutta l’arte della fuga rispondono a questa funzione. Ogni musica ha potenzialmente in sé le tre componenti, pur in diversa percentuale: ha bisogno di una abilità motoria, si costruisce attraverso regole ed esprime un significato simbolico. Ogni epoca, ogni etnia ha interpretato con differenti sfumature queste tre condotte. Dunque esse rappresentano, per Delalande, degli universali dell’uomo.
Per Saperne di più: http://www.unipv.it/iscr/programmi_dispense_03_04/musica/mocchi/Mocchi%20capitolo%20def..doc