Persino il grande scienziato Nikola Tesla, affermava che se vogliamo conoscere i segreti dell’universo è necessario pensare in termini di energia, frequenza e vibrazioni. Dunque anche il nostro corpo, è costituito da energia che vibra a frequenze diverse. Questo significa che ogni determinato suono emanato ad una certa frequenza agisce in maniera positiva o negativa all’ interno del nostro organismo.

La medicina moderna ha continuato ad approfondire le potenzialità degli effetti del suono sul corpo e la mente umani. Studi scientifici hanno dimostrato che la musica è in grado di influenzare l’asse ipotalamo-ipofisario, il sistema nervoso autonomo (che governa le azioni involontarie del nostro organismo, come il movimento dei muscoli durante la digestione) e il sistema immunitario, che hanno, a loro volta, un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo e del bilancio energetico. Stimola la produzione di endorfine, gli ormoni del “buonumore”.

Nel libro “Neuroscienze cognitive della musica” di Alice Mado Proverbio si indagano  i tanti aspetti del far musica attraverso l’elaborazione che ne fa il nostro cervello. Il libro inoltre rappresenta  un vero e proprio orientamento di codifica sul piano neuro-estetico riguardante la corrispondenza fra determinate strutture armoniche e l’individuazione di una tassonomia di emozioni che testimoniano – attraverso tecniche di neuroimagingl’esistenza di basi neurali nell’esperienza estetico-musicale.  Avvalendosi dei risultati sperimentali provenienti da laboratori di tutto il mondo e, attraverso una rigorosa documentazione di «alcuni studi effettuati sui compositori, musicisti e ascoltatori ingenui con tecniche comportamentali e di neuro-immagine», l’autrice afferma che lo scopo è quello «di stabilire se, oltre al gusto personale, alla cultura e all’esperienza musicale, si possano identificare nell’architettura di un brano alcune proprietà intrinseche (armoniche o melodiche) in grado di interagire con le strutture neurobiologiche innate del cervello in modo predittivo e piuttosto universale. L’esito delle ricerche neuroscientifiche documentate da Alice Mado Proverbio conferma che nell’ascolto della propria «musica favorita o comunque, gradita all’ascoltatore, che induce quindi emozioni a valenza positiva come la gioia, il piacere o la tenerezza, attiverebbe l’area tegmentale ventrale (VTA), la corteccia striata, il circuito della ricompensa e la corteccia orbito-frontale (Trost et al., 2015), regioni che supportano il piacere e la soddisfazione. Al contrario, il senso del pathos o melodramma – sentirsi emotivamente colpiti al cuore, provare nostalgia o dolore – sarebbe associato all’attivazione cerebrale dell’insula (dolore psicologico), della corteccia cingolata (empatia e connotazione emotiva di eventi), della corteccia prefrontale ventromediale (elaborazione delle emozioni) e dell’ippocampo (memoria episodica). […] Infine il senso di agitazione e le forti emozioni negative come la tensione, l’eccitazione o l’ansia, attiverebbero invece, l’amigdala e le aree sensoriali motorie (p. 169)». Rispetto a tali corrispondenze neurali, in generale si può affermare che le emozioni più facilmente inseribili nelle tre macro-categorie estetiche (senso del sublime, vitalità e disagio) suscitano attivazioni neurali piuttosto distintive e sono piuttosto riconoscibili nella loro localizzazione neurale, mentre gli stati d’animo complessi «tendono a condividere parte dei circuiti emotivi».

Il ricercatore e compositore e musicoterapeuta Fabien Maman con alcuni suoi collaboratori ha dimostrato inequivocabilmente come il suono influisca sulla struttura fisica ed emotiva, sull’energia delle cellule cancerose e non è finita qui. La musicoterapia viene usata ormai da decenni ed è riconosciuta a tutti gli effetti come una pratica curativa, sia a livello psicologico che fisico. Il pensiero che la musica possa curare i malanni del corpo e dello spirito non arriva dai giorni nostri, bensì è molto antica. Gli Egizi, per esempio, credevano che alcuni canti potessero curare l’infertilità, i dolori reumatici e le punture d’insetto mentre i Greci davano alla musica prodotta dal flauto delle virtù antidolorifiche, nonché la capacità di far guarire dalla sciatica e dalla gotta. La scienza ha dimostrato tutto questo, perché la musica è capace di agire sul sistema neurovegetativo, un meccanismo che ha il compito di armonizzare il ritmo cardiaco e di regolare la pressione sanguigna. Oltre ad essere in contatto diretto con le “chiavi” che fanno azionare numerosi meccanismi fisiologici, la musica è un mezzo che permette all’individuo di liberare ed esprimere le proprie emozioni, la propria vita interiore e la propria creatività. Nel libro dello studioso Fabien Maman: “Quando la musica guarisce” ci viene mostrato alcune serie di foto fatte al microscopio e con la camera Kirlian scattate al laboratorio dell’Università parigina di Jessieu, dove vennero eseguiti vari esperimenti con il suono e la voce su cellule ematiche umane di vario tipo tra cui anche le cellule cancerose.

Oggi grazie alle conoscenze che sono state incamerate è stato possibile unire le informazioni relative alla teoria musicale dei Frattali con il tuning a 432 Hz, per cominciare a comporre la loro musica in modo coerente e in armonia con:
1. il cuore umano (battiti cardiaci)
2. la doppia elica del DNA (frequenza di replicazione)
3. l’intuizione della sincronizzazione bi-emisferica del cervello
4. la Frequenza fondamentale della risonanza di Schumann
5. la geometria musicale della ‘creazione’
Tutto questo è dimostrabile scientificamente. E’ conosciuta come scienza Cimatica, o scienza delle onde. Quest’ultima per chi non lo sapesse, esiste da millenni, tant’è che ne parlavano già i Veda nei loro testi. In pratica secondo la Cimatica, tutto l’universo è una sinfonia di suoni e vibrazioni, quindi questa scienza studia le forme prodotte dalle onde, ossia le frequenze vibratorie, sonore, elettromagnetiche, e cosi via.
La musica è prima di tutto un evento corporeo. Qualcosa di reale che noi viviamo sulla nostra pelle. È il senso del tatto ad essere totalmente coinvolto dal suono, proprio attraverso la pelle.

L’indagine potrebbe proseguire e la nostra curiosità farci sperimentare nuovi modi di fruire e apprezzare  l’arte musicale.

 

Per saperne di più:
Neuroscienze cognitive della musica" di Alice Mado Proverbio 
http://www.musicoterapiascritta.it/5538/quando-la-musica-guarisce/
http://www.rinomastromauro.it/musica-a-432hz-la-particolare-frequenza-che-guarisce-corpo-e-mente-lo-diceva-anche-nikola-tesla/