Il pianoforte strumento straordinario permette un’immediata relazione con la musica e per questo è molto amato dai piccoli musicisti. Inoltre stimola e contribuisce allo sviluppo armonico del bambino
Il professor Robert Desimone del MIT (Massachusetts Institute of Technology), in collaborazione con alcuni colleghi dell’Università di Pechino, ha dimostrato che lo studio del pianoforte aumenta le risposte corticali agli stimoli dovuti ai cambiamenti di tonalità di un suono o del parlato. Questo ha portato a un’alfabetizzazione precoce, dimostrando l’importanza delle lezioni di musica.
Il dottor Frances Rauscher, psicologo presso l’Università del Wisconsin, e il dottor Gordon Shaw, fisico presso l’Università della California, hanno dimostrato, attraverso uno studio, che i bambini che suonano il pianoforte (o cantano) ottengono migliori risultati a scuola. Lo studio ha preso in esame il comportamento di una cinquantina di bambini dai 3 ai 4 anni. Lo studio è durato otto mesi. Sono stati formati tre gruppi di bambini: un primo gruppo con i bambini che prendevano lezioni di pianoforte o di canto; un secondo gruppo con i bambini che frequentavano corsi di informatica; un terzo gruppo con i bambini che non seguivano queste lezioni. Dopo otto mesi di studio, ai bambini di tutti e tre i gruppi è stato chiesto di sottoporsi a test di riconoscimento spaziale. Il risultato è inequivocabile: il primo gruppo è risultato migliore del 31% rispetto agli altri due gruppi di bambini. La facoltà di riconoscimento spaziale è quindi più sviluppata nei bambini che seguono lezioni di pianoforte (o canto). Questa facoltà viene utilizzata per il ragionamento astratto. Più è sviluppato, più è probabile che il bambino ottenga risultati migliori in matematica o in scienze. Si può concludere che il pianoforte sviluppa la facoltà di apprendimento dei bambini.
Il pianoforte è uno strumento classificato come CORDOFONO A PERCUSSIONE. Classificazione a parte, il piano può essere utilizzato come una vera e propria “batteria”, non mancano infatti composizioni dove il pianoforte viene “percosso” da bacchette o le mani per creare ritmi ma questo è un’interpretazione estrema del concetto principale: Potendo utilizzare due mani che suonano cose diverse diventa più comodo con il piano esplicitare il ritmo fungendo così da strumento ritmico. Certo, anche una tromba se suonata bene può esplicitare un ritmo ma essendo uno strumento che può emettere solo una nota alla volta l’effetto è ridotto.
La forte vocazione ritmica del pianoforte è una delle qualità principali che lo rende particolarmente accattivante per i bambini. Lo sviluppo senso-motorio, la gestualità e l’espressione ritmica del corpo sono gli ingredienti fondamentali della formazione musicale di base del piccolo bambino.
Di seguito riportiamo la performance di Mattia Grieco (7 anni) già grande appassionato e cultore della musica classica. La spontaneità del suo gesto musicale libera quell’espressione musicale autentica che solo il bambino sa dare. Complimenti Mattia e grazie alla nostra insegnante Sabrina Pezone che sta guidando con grande professionalità i nostri piccoli pianisti.